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martes, 1 de mayo de 2012

Corriere del Ticino

MATERIAL RECIBIDO GRACIAS A LA GENTILEZA DE AURELIA VÉSCOVI-BRAVI.

Uruguay Un angolo di Svizzera da 150 anni
Nueva Helvecia, fondata un secolo e mezzo fa da agricoltori svizzeri e di altri Paesi europei, è in festa Pochi parlano ancora la lingua degli avi, ma le tradizioni resistono - Presente una delegazione ticinese


DA NUEVA HELVECIA

FREDY FRANZONI


Corriere del Ticino 30/04/2012, 1

È piovuto la notte della vigilia della grande festa per i 150 anni di Nueva Helvecia, ma nessuno se ne è preoccupato, anzi. È da oltre un mese che si aspettava l'acqua. Come al momento dell'arrivo dei coloni, per gli agricoltori la natura è rimasta madre e matrigna.
Nueva Helvecia, 12 mila abitanti oggi, tutti discendenti dagli agricoltori arrivati dall'Europa a partire dal 1860. L'avevano chiamata così perché la maggior parte erano emigranti svizzeri, tra di loro anche una trentina di famiglie di Quinto. Oggi Nueva Helvecia è un perfetto amalgama di culture diverse, che si riconoscono nella nazionalità uruguayana. La cerimonia ufficiale si è tenuta sulla Plaza de los fundadores, attorno all'imponente statua che raffigura due uomini che con la sola forza delle braccia trascinano un aratro. Tra gli ospiti d'onore anche diverse delegazioni svizzere. Quelle del Governo ticinese, di Quinto e di Lugano. Ma anche le guardie napoleoniche di Friburgo e il loro capo del governo, oltre alla municipalità del Comune solettese di Subingen. Tutti venuti a testimoniare l'interesse per i discendenti dei primi emigranti e in segno di gratitu
dine nei confronti di un Paese che aveva aperto le proprie porte a chi fuggiva d alla fame, come ha ricordato in un appassionato intervento il consigliere di Stato Paolo Beltraminelli. Una cerimonia iniziata in modo inaspettato dai più: un rumoroso concerto di percussioni afro americane «per ricordarci le nostre origini», ha sottolineato lo speaker. Questo quanto tra il pubblico c'era chi con orgoglio vestiva i costumi dei vari Cantoni svizzeri.
Sul pennone centrale sventolavano, accanto alla bandiera uruguayana, quelle svizzera, austriaca e francese, a ricordare le principali comunità immigrate a Nueva Helvecia. Si è giunti oramai alla quinta generazione. Pochissimi parlano ancora la lingua dei padri, ma nessuno manca alla festa del primo agosto o a quella della birra. Tutti in coro cantano assieme l'inno uruguayano, poi ciascuno sussurra incerto, ma con trasporto, le parole dell'inno dei propri avi. Nueva Helvecia è una cittadina piacevole. Un
lungo viale che passa sotto un portone a forma di chalet porta verso il centro. Sui lati casette a un piano con molto verde attorno, i prati tosati di fresco. Tante le bandiere svizzere, «più di quelle che si vedono da noi il primo di agosto», hanno commentato taluni. Su molte case lo stemma del Cantone d'origine. Attorno campi a perdita d'occhio dove pascolano mandrie composte da centinaia di mucche. Non a caso i festeggiamenti per i 150 ann i dalla fondazione della comunità propongono anche una fiera agricola presso la scuola di casearia. La regione è nota in tutto il Paese per i suoi formaggi: il Colonia, prodotto seguendo i principi del più classico degli Emmental, ma anche mozzarelle e un formaggio duro tipo grana. Specialisti affermati in questa produzione la famiglia Juri, il cui cognome assieme ai Celio e ai Bernardi testimonia la forte presenza leventinese. Immancabile al momento dello scambio di regali dopo la firma del gemellaggio tra Quinto e Nueva Helvecia intonare le note della montanara.
Sulla piazza centrale la cerimonia ufficiale si è protratta per oltre tre ore, sotto un cielo che diventava sempre più cupo. Sui saluti finali, mentre veniva tagliata una enorme torta, cadono le prime gocce di pioggia, come dire «la festa è finita, ora torniamo a pensare ai nostri campi…».

Appassionato l'intervento del consigliere di Stato Paolo Beltraminelli








PAESE IN FESTA Dall'alto in senso orario: balli in abiti tradizionali; l'intervento del consigliere di Stato Paolo Beltraminelli, il Cine Helvético e la statua di due uomini che trascinano un aratro con la sola forza delle braccia. (Foto Alfonso Zirpoli)



Corriere del Ticino 30/04/2012, 1


CENTRO CULTURALE
Il «Cine Helvético» salvato dalle ruspe

Nel centro di Nueva Helvecia, a pochi isolati dalla piazza dei fondatori si trova il Cine Helvético una vecchia sala cinematografica come quelle che frequentavamo da bambini. Nel 1998 stavano per abbattere l'edificio per lasciare spazio a un centro commerciale. La gente ha deciso diversamente. Attraverso un comitato popolare si sono raccolti i fondi necessari per acquistare lo stabile. Oggi funge da sala di teatro e di concerti, il fine settimana si proiettano dei film. Spesso ospita convegni o conferenze. «Nueva Helvecia è questo: un modo diverso di vivere in comunità», ci dice Hans Ruedi Bortis, l'ambasciatore svizzero a Montevideo.
«Della Svizzera si sono conservate molte virtù: la dedizione al lavoro, la solidarietà, la pulizia e l'ordine» aggiunge l'ambasciatore che si è presentato sul palco dei festeggiamenti indossando un tipico panciotto vallesano. Questo spirito elvetico è stato fatto proprio da tutti gli abitanti, indipendentemente dalle loro origini. «Voi siete un sentimento svizzero in Uruguay» ha quasi gridato Beltraminelli dal palco degli oratori, raccogliendo un applauso entusiasta. Sì, Nueva Helvecia è un pezzo di quella Svizzera che forse in patria stiamo perdendo.
F.F.

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